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INTR10
un'idea di: Marco Salicini

 

sala

“Di un’osteria come questa in centro, ne avremmo bisogno”. Ogni volta che passo all’Osteria del Pignotto, soddisfacendo il mio ritmo da gastro sniper, non riesco a evitare di punzecchiare i due simpaticissimi titolari, Franco Venuto e Antonio Carlotti. E’ più forte di me, da idolatrante della buona tavola che per il sottoscritto è una semplice equazione del bere-mangiare-star bene e che proviene dal centro bolognese, rimanere felice dall’appagamento ricevuto da un’osteria perennemente rassicurante e formata nell’esibire la propria identità. Acciderboli : perché dentro le mura faccio così fatica a mangiare un buon piatto di tagliatelle al ragù, bevendoci assieme un’etichetta sana e meno convenzionale?
Col passare del tempo, questo problema mi intorbidisce sempre di meno, esistono tante belle realtà in provincia che impegnano poca benzina e pochi sbatti e allora premiamo chi lavora fuori dalle mura con logica, passione e competenza. A Zola Predosa, questa struttura completamente rimessa a galla, mantenendo inalterato il fascino grezzo, rurale e popolare dell’osteria delle origini (un tempo stazione di posta e stalla dei muli) che scendendo in taverna schiera un insieme di insegne, cartelli vintage, vecchi articoli, credenze e divani d’antiquariato; recita con abile dimestichezza e credibilità, il ruolo del ristoro di fiducia.
Fiducia che in questi anni è stata corrisposta con numerosi commensali e che non è di certo mancata durante il malefico lockdown : Franco e Antonio, armati di mascherina, guanti e mezzi di trasporto hanno setacciato la zona portando a domicilio la cucina del Pignotto  e un menù di pesce pensato con affetto per porre rimedio alle afosissime domeniche barricate tra le mura domestiche dei tanti cari clienti, dall’inizio alla fine, credendo a più non posso nel valore relazionale col pubblico.
Non appena le serrande si sono finalmente potute rialzare, la brigata del Pignotto ha ripreso con il medesimo spirito distintivo di sempre, visitando cantine e girovagando in giro per le regioni alla caccia di bottiglie che potessero arricchire i mirabolanti scaffali. Pullula il roster enologico disposto nelle due sale all’ingresso : un lavoro meticoloso e ammirevole che ai piatti antichi, ruvidi e recuperati va ad affiancare le raggianti e sfavillanti etichette premium assieme a produttori prodigiosi meno pop, mostrando gusto e sensibilità verso il naturale e soprattutto valorizzando i colli circostanti del recente exploit che stanno vivendo.
Il menù è un assemblamento coerente, sapiente e commemorativo dei piatti poveri dell’osteria agli albori, aggiungendo con forza e tempestività i nettari terrosi del territorio circostante : funghi e tartufi apostrofano le paste fresche e i secondi piatti, diventando oramai un must have per la pimpante clientela. Striccapugni con uova e guanciale, stufato con i fagioli, trippa, cicoria piccantina, polpette coi piselli coesistono assieme ai sacrosanti tortelloni burro e salvia o burro e oro, gramigna alla salsiccia, tagliatelle, passatelli su fonduta di parmigiano e un vitello tonnato ricoperto da una salsa da brevettare.
Pochi fronzoli, tanta sostanza ma come già anticipato e sottolineato non troverete mai nulla di stanco, appassito e trasandato : non vi resta fare altro che mettere le gambe sotto il tavolo, perdervi nella scelta intrigante della bollicina giusta per assaporare al meglio il sandwich di mortadella servito come aperitivo e successivamente accelerando il ritmo conviviale, assaporare una strettina al prosciutto ben tirata e appetitosa o una tagliatella al ragù giustamente arrovellata, apprezzare l'hype materico della tartare di Bruna Alpina rinforzandosi con le gustose patate con guanciale croccante e placare l’instict killer ammorbidendo il palato con una cotoletta golosa, tenerissima, rivestita da una impanatura legatissima e leggera su cui alloggia una coltre fonduta per stuzzicare l’appetito quanto basta, evitando di inondare il resto del piatto. Ad anticipare l’invitante e selezionata scelta di liquori, vi è una zuppa inglese che si fa dar del lei per equilibrio e dolcezza degli ingredienti e un mascarpone particolarmente fresco su una tenerina da riordinare.
Riprendendo il cappello iniziale, di osterie come queste ce ne sarà sempre bisogno.

 

benvenuto muri
Panino con la mortadella / Le vecchie insegne

strettine tagliatella al ragù
Strettine verdi al prosciutto / Tagliatelle al Ragù

cotoletta 1 cotoletta 2
La cotoletta bolognese

battuta tonnato
La Tartare di Bruna Alpina / Il vitello tonnato

tenerina zuppa inglese
La tenerina col mascarpone / La zuppa inglese

OSTERIA DEL PIGNOTTO

Via Roma 1, Zola Predosa (BO)

051 6166987

 

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