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INTR10
un'idea di: Marco Salicini

 

 io sto coi ristoratori

Il day after l’uscita dell’ultimo dpcm è a dir poco frustante per tutti i commercianti. La sensazione è quella di rivivere un film già visto : “Dopo sei mesi siamo da capo”, “Non avrei mai immaginato di ritrovarmi in un simil lockdown fino a 10 giorni fa”, “Siamo visti come gli untori” sono alcune delle reazioni dei ristoratori ricavate dal web. In effetti oramai viviamo alla giornata; chi di noi a Febbraio poteva immaginarsi che tutta l’Italia sarebbe diventata zona rossa? Chi fino a pochi giorni fa avrebbe pensato su un coprifuoco che ufficialmente non viene giustificato come tale ma che in realtà lo è?
Tutti i lavori parte in causa, derivati e connessi all’ambito culturale, sportivo e commerciale subiscono una mazzata violenta e a tradimento. Partono le manifestazioni a cominciare da mercoledi alle ore 11,30 in Piazza Maggiore e delle promesse di sostegno economico immediato che il Presidente Giuseppe Conte ha lanciato durante il suo intervento di ieri, oramai nessuno da più peso : “ Abbiamo collaboratori che aspettano la cassa integrazione da luglio, i soldi non ci sono “ dichiara il Presidente della Federazione Ristoranti e Trattorie di Confcommercio Ascom, Vincenzo Vottero.
“L’Andrà a finire che saremo costretti a chiudere” ora non è più una minaccia ma un tremendo sentore che molti, così, non ce la faranno. D’altronde senza le cene e con i pranzi ridotti all’osso (visto che le istituzioni incitano fortemente al non uscire di casa tranne che per motivi di studio, lavoro o emergenza, promuovendo lo smart working) diventa difficilissimo sostenere la propria attività, senza dimenticare che con l’avvento del freddo gli spazi per i dehors perdono di utilità e che i coperti all’interno sono ridotti dalle normative.
Nuovamente, dal giorno alla notte, i ristoratori devono riorganizzare completamente la struttura del proprio operato : tornano i delivery, che diciamolo, sono quasi un mestiere a parte e implicano costi con molti dubbi sul ricavo, rientrano in gioco le partnership con le piattiafore online e la risposta in tal senso della gente, in relazione con le nuove abitudini, sarà tutta da verificare.

 

La grande maggioranza dei punti di ristoro ha già comunicato di essere aperta a pranzo 7 su 7 e a cena con servizi d’asporto e di consegna a domicilio, ovviamente ampiamente inclusi anche coloro che non hanno mai lavorato durante il servizio del pranzo eccezion fatta per il weekend.
C’è chi come La Cantina Bentivoglio, peraltro duramente lesionata visto il ruolo importante che rivestono i concerti dal vivo, ha già lanciato un menù a 25euro per il pranzo della domenica, chi come la storica caffetteria araba Al Salam ha già investito sulle piattaforme di delivery, chi farà una sorta di orario continuato come l’Osteria del Pignotto puntando anche sull’enoteca e chi come la Trattoria Bertozzi ha acquistato un motorino per essere efficiente a coprire anche il centro storico.
Già le modifiche di 7 giorni fa avevano fatto registrare un calo, dovuto all’impatto psicologico sulle persone, che appunto ha portato Fipe Confcommercio ha organizzare la civile discesa sulle piazze; si sperava fino all’ultimo di poter trovare un accordo viste le richieste del Governatore Bonaccini incentrate sulla chiusura delle attività alle ore 23 (difficile ipotizzare un dietrofront nel giro di 14 giorni per le regioni meno colpite).

 

Un colpo forse ancora più irrimediabile per tutti i bar e i pub, alcuni come Camera con Vista hanno comunicato la chiusura temporanea, altri come il Re Sole Bistrot apriranno tutti i giorni a pranzo e faranno consegne, tanti altri vacillano pensando alla situazione dei propri dipendenti. Discorsi che s’interfacciano anche tra le pasticcerie tra cui va doverosamente citato il nobile gesto di un campione sul campo e nella vita come Gino Fabbri che in segno di solidità dei propri colleghi ha comunicato di restare chiuso durante la fascia pranzo.
La maggioranza di tutti questi le regole le ha rispettate e si è ritrovato incoerentemente punito.
Nel mentre il day after è segnato dall’aumento delle manifestazioni di protesta e dai primi gesti disperati.

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