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INTR10
un'idea di: Marco Salicini

 

 sfondo

Chi, come noi, se li ricorda fin dai tempi dell’Officina del Gusto di Castenaso ha imparato ad apprezzare l’indice qualitativo ed autentico della cucina di Cynthia Ravanelli, collaudata al sapere di Dario Stagni sui vini e del buon gusto corrisposto con l’ambiente e l’atmosfera. L’apertura recentissima del loro ultimo progetto, Darcy (acronimo dei due ndr) che per investimento, format ed ambizioni profuma di definitivo, afferma come il primo ristorante citato, capace di contraddistinguersi con successo negli angoli più nascosti della provincia bolognese, non è stato altro che la genesi.
Nell’attesa di un’inaugurazione sudatissima, che ha sfiorato i due anni tra orpelli ed intoppi burocratici e non solo, una delle coppie più apprezzate dell’enogastronomia locale è riuscita a concretizzare ciò che a quanto pare rimane un’utopia o meglio, una rarità, nel centro bolognese : all’Osteria Fontana di via Fondazza venivano serviti piatti tradizionali, curati, precisi, attenti alla stagionalità appenninica e lealmente gustosi; quella semplicità applicata con rispetto che pare tanto difficile da replicare, soprattutto se ci aggiungiamo una cantina assimilata con criterio e non a tavolino.
Ebbene, il Darcy di cui vi parliamo (gli over 30 ricorderanno il civico di riferimento per le notti passate al Cabala Café) è l’upgrade che testimonia le doti, l’evoluzione e la crescita di Ravanelli e Stagni. Il valore dei piatti ed i tempi di servizio peraltro hanno già raggiunto una rotazione ben più matura delle sole due settimane dall'avvio (qualche mattoncino andrà invece calibrato sulla sala).

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L'ambientazione di Darcy, in Strada Maggiore e l'iconica lasagna

L’atmosfera è quella newyorkese : tre sale di design, sedute in velluto, mise en place pulita, luminosità ben studiata, lampade a sospensione, ampia e raggiante cucina a vista, cocktail bar ed un dehors che fa invidia a chiunque con un occhio diretto sulle Due Torri incomparabile.
Il diktat sprona la città, la nomenclatura Osteria Contemporanea si indirizza ad esporre un segnale ben chiaro : indirizzare la nostra tradizione ai giorni nostri, livellare il target turistico, proporci e saperlo fare nell’era della globalizzazione, frontalmente al bivio a cui si trova difronte Bologna. Esporci con credo, rispetto e sapere di ciò che abbiamo in casa e nei dintorni, elogiare il nostro patrimonio gastronomico su tutti i palcoscenici possibili, imbellire le nostre vesti senza perderne il senno ed il senso d’appartenenza.
Nel concreto, ecco un menù tanto ritmico e stimolante quanto evocativo nella matrice dei piatti che nell’attesa viene salvaguardato da una carta dei vini ornamentata di champagne e grandi rossi italiani, nobilitando ulteriormente l’appeal e la caratura della cucina bolognese.
Cynthia riesce anche a migliorare, stupendo in termini di equilibrio, precisione delle cotture, consistenze e rispettivi colori derivati dai condimenti, nei piatti. Esce da una sua comfort zone titanica con applicazione, portamento e manodopera, completa ricette più sfidanti con il medesimo tocco con cui ha fidelizzato numerosi menti e palati nel corso di questi anni.
Gli opinion leader hanno etichettato le sue lasagne come le migliori della città ed in generale con una manualità di grazia, praticità e letizia tra mattarello e stufe ha scavallato quel sacrosanto ed intoccabile stereotipo dei piatti della nonna, configurandosi come una sfoglina 2.0 che trasmuta in epoca contemporanea la figura della cuoca di una volta, restaurandone l’immagine.

polpette tatin cipolla frittata tortelli
Polpette come entrée/tatin di carote e cipolle con squacquerone e sedano/ frittata e lumaca bolognese/ tortelli di ricotta di pecora aglio nero ed erbe amare

Ciò che con visione e doti Cynthia e Dario hanno da sempre intrapreso, oggi raggiungono il traguardo, stracciando un lap alquanto importante.
Il calore saporosamente scibile rimane impresso fin dalle polpette fritte che introducono la degustazione (Cabala - per l’appunto - a 50euro) davvero memorabili per il binomio collaudato tra la panatura coriacea e croccantissima e la sapidità del ripieno, da umettare alla maionese della casa, reclamerebbero a perdere la razio.
Il percorso scelto per noi dalla cucina è prevalentemente vegetale, perennemente più in voga o in tendenza, con cui la chef riesce ad applicarsi con fluida dimestichezza, preparazione e plasticità, valorizzando un territorio come il nostro vocato da ortaggi autoctoni e da una terrosità determinante per sgrassare ed interfacciarsi con il dna dei ricettari tradizionali.
Vincente la tatin di carote sobbollite ed assemblate assieme alle cipolle caramellate su pasta brisée con sedano e dressing al squacquerone per approcciare freschezza e delicatezza equilibrando il primo assaggio più dolce, segue una frittatina morbida all’erbette istantaneamente evocativa che ingloba matericamente “un habitat” per la Lumaca Bolognese di Castenaso, apostrofando un equilibrio amaricante- minerale, meravigliosamente agevole al gusto, anche sulla lunghezza. Della medesima specie è il cappelletto di ricotta, in cui la bontà della sfoglia, l’emissione del ripieno di ricotta di pecora arruolano il nitore  della pasta in primo piano, chetando la pungenza del corredo di erbe amare ed aglio nero, sintonizzati con pulizia e finezza alla masticazione.

costola zucchine zuppa inglese creme brule
La costola di Mora Romagnola torbata / Zucchine Napoli-Bologna / Zuppa Inglese / Creme Brulée / Pavlova / TarteTatin /Sbrisolona / Bigné 

Superlativa la costola di Mora Romagnola, finalmente tonica e succosa al morso, la glassa al whisky accentua la nuance torbata, le carote al rosmarino ne sfumano in contrasto una persistenza che rischierebbe altrimenti di essere stucchevole, dislocandosi dall’oramai comune omogeneità della bassa temperatura. Tra i fuori menù il giocoso match tra Napoli e Bologna in omaggio a Lucio Dalla, laddove le zucchine ripiene alla bolognese agguantano la balsamicità della scapece nella coltre, infine la degustazione ipocalorica completa dei dessert : zuppa inglese in coppa con strati equiparati, pavlova alle fragole, mela tatin destrutturata, creme brulè e crema inglese con sbrisolona che permangono per la qualità della crema ed un assaggio dei bignè a rivisitare le raviole con la mostarda : crema inglese e mostarda sono la miglior realizzazione tra i dessert assaggiati e probabilmente raggiungono la trovata vincente risvegliando la storia della pasticceria locale, alquanto scarna escludendo per l’appunto i dolciumi da forno d'antan.
Sugli altri tavoli sfilano i main courses : appariscenti e sublimi lasagne verdi al ragù, tortellini in crema di Parmigiano 30 mesi, ganassino e vitello tonnato dall’impiattamento moderno, schermano una vetrina conviviale dell’osteria moderna, vissuta da giovani, gourmand e stranieri. Esiste il menù Condividi dedicato allo sharing di antipasti e dolci, un cocktail bar che con spirits premium & artigianali sfoggia dry martini, whisky sour e miscelati della casa creando una scenografia da metropoli, laddove tra tavoli di design compaiono le luminarie di Lucio Dalla ricordandoci da dove veniamo.

 

pavlova tatin mele sbrisolona bigné
DARCY - OSTERIA CONTEMPORANEA
Strada Maggiore 10, 40125 BO
0510707078
www.darcybologna.it 

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